Federico Iannaccone vive ormai da parecchi anni in Svizzera. Scrittore e imprenditore editoriale. Le sue più grandi passioni sono i viaggi, gli sport estremi e gli animali. Cercando di coniugare le tre cose, ha iniziato fin da giovane a girare il mondo alla ricerca di esperienze avventurose. Ad oggi sono ben sei i romanzi pubblicati. L’ultimo è ambientato proprio in Tanzania durante un safari nella parte sul del paese in solitaria a piedi. “Anime nella Polvere” racconta un sogno custodito per troppo tempo, un luogo dove in pochi osano avventurarsi, un racconto in grado di toccare il cuore. Incredibile storia vera di un viaggio attraverso la savana più selvaggia. A piedi, senza alcuna protezione, alla scoperta dei predatori più temuti della terra.
COME È NATA L’IDEA DI “ANIME NELLA POLVERE”?
Ho una mia personalissima lista dei sogni, di esperienze che desidero vivere. Ogni anno ne scelgo una, la studio a fondo e faccio in modo di realizzarla esattamente come me l’ero immaginata.
L’Africa e le sue meravigliose creature hanno sempre avuto una posizione di rilievo in questa mia lista. Per alcune vicissitudini ho sempre dovuto procrastinare e dare priorità ad altri luoghi, fino all’anno scorso, quando finalmente è giunto il momento di realizzare questo sogno. Quando viaggio tengo sempre un diario su cui fissare per sempre le emozioni provate giorno per giorno. Al mio ritorno, se quell’esperienza è riuscita a colpirmi profondamente, allora decido di trasformare quel diario di viaggio in un romanzo, affinché tutti possano conoscere quella bellezza attraverso i miei occhi. “Anime nella polvere” è nato proprio così.
PERCHE’ PROPRIO LA TANZANIA?
Ho conosciuto persone che hanno fatto dei safari in Africa una vera ragione di vita, e che da molti anni viaggiano in lungo e in largo per trovare le zone migliori, i bush migliori, gli animali più incredibili che la natura ci possa regalare. Praticamente tutti si trovavano d’accordo sul fatto che pochi luoghi sono in grado di superare in bellezza i parchi che si possono visitare in Tanzania e le emozioni che si possono vivere in queste terre ancora così selvagge. Nord o Sud poco importa, la Tanzania sembra proprio essere ciò che più si avvicina alla nostra idea di paradiso terrestre.
CI RACCONTI IL TUO VIAGGIO?
Il mio viaggio è partito da Dar El Salaam insieme a una guida che in Jeep ci ha condotto verso Ovest, attraverso piccoli villaggi dove ho avuto il privilegio di conoscere la gente locale e la loro meravigliosa cultura. Normalmente viaggio da solo, ma non questa volta. Mia moglie, che generalmente evita come la peste le mie idee strampalate di viaggi estremi, anche lei attratta da questo meraviglioso paese, ha scelto invece di accompagnarmi. La prima tappa del nostro itinerario ci ha portato al Mikumi park dove abbiamo affrontato alcuni giorni di Safari in fuoristrada abbastanza canonici. Molti animali avvistati, centinaia di foto scattate, albe e tramonti mozzafiato e ottimi cibi locali degustati. Abbiamo capito fin da subito che quel paese ci avrebbe regalato un bagaglio di esperienze che non avremmo mai potuto scordare. L’avventura vera però, ciò per cui avevo atteso tanto, non si trovava lì, lo sapevo bene, ma ben più a Sud, nel bel mezzo del Selous park. Ci volle parecchio tempo per raggiungere quelle zone, in cui la natura è ancora così selvaggia, così ostile ma anche così dannatamente affascinante. Molti gli imprevisti durante il viaggio, gli incontri inattesi ma, come dico sempre, sono proprio le cose che non avevi programmato a rendere un viaggio unico, memorabile. Giunti finalmente a destinazione ho capito subito di aver fatto la scelta giusta. Nessun turista, nessuna esperienza preconfezionata. Solo polvere, bush e animali selvaggi, gli unici ingredienti di cui avevo bisogno. Ci siamo accampati in un campo tendato e da lì ha avuto inizio una lunga serie di safari, alcuni in fuoristrada e altri a piedi, accompagnati da altre due guide armate. Safari fatti di lunghi appostamenti, notti passate in scomode tende, camminate che hanno messo alla prova la nostra resistenza, spaventosi incontri con grandi predatori, ma anche di sensazioni così uniche da farci desiderare di non tornare mai più indietro. Tra le varie esperienze adrenaliniche non poteva mancare l’attraversamento di una parte del fiume Rufiji, popolato da ippopotami e coccodrilli.
COME SEI RIUSCITO A ORGANIZZARLO?
L’organizzazione dei miei viaggi è sempre la parte più difficile. Non seguo mai le normali procedure, pretendo di fare cose che mi mettono a rischio, molto lontane dalle normali attività turistiche. Ecco perché è difficile trovare guide disposte ad accompagnarmi. I rifiuti che ottengo sono sempre molti, ma quando l’obiettivo è importante, e non si è disposti a rinunciarvi per nessuna ragione, alla fine si vince sempre. Una volta trovate le guide, le cui identità custodisco poi dentro me come il più inconfessabile dei segreti per il resto della vita, inizio a pianificare le tappe. Cerco di prevedere ogni eventualità, ogni rischio, ogni situazione che potrei trovarmi ad affrontare, cerco di non lasciare niente al caso insomma. Ma il fato è sempre in agguato e la natura è sempre così imprevedibile.
In Tanzania ne ho avuto la conferma.
QUALE E’ STATO IL MOMENTO PIU’ DIFFICILE?
Sicuramente le prime ore di Safari a piedi, i primi metri percorsi. Trovarsi per la prima volta in un territorio così ostile, cosi vasto, senza alcuna protezione naturale, ti fa sentire completamente impotente. Ogni animale, anche il più insignificante è più forte, più veloce o più furbo di noi.
Essere lì, esposti alle forze della natura, ti fa capire quanto poco valiamo senza la nostra tecnologia.
Nella savana si percepisce costantemente la lotta tra la vita e la morte, una morte necessaria, inevitabile, che inizialmente fa paura ma che poi, con il tempo, si scopre essere l’unico vero giudice imparziale, una condizione necessaria all’equilibrio di tutte le cose.
E QUELLO PIU’ EMOZIONANTE?
I momenti emozionanti che abbiamo vissuto non si possono nemmeno calcolare. Fatico a ricordare un solo istante in cui non mi sia sentito vivo. In Tanzania mi svegliavo felice e andavo a dormire felice. Se dovessi scegliere però un momento in particolare, credo sia stato l’avvistamento a piedi di un cucciolo di elefante. Guardarlo negli occhi, da vicino, mi ha fatto provare qualcosa che credo non potrò mai dimenticare.
CHE CONSIGLIO DARESTI A CHI VOGLIA FARE UN SAFARI NON CONVENZIONALE?
Non limitatevi a fare ciò che tutti fanno, non seguite la massa. Cercate di capire quale sia in realtà il vostro sogno, cosa desiderate davvero fare, quali emozioni volete vivere. Una volta chiarito questo, prendete carta e penna e iniziate a progettare. Informatevi, studiate i luoghi, guardate delle foto, fino a che non ne vedrete una che vi darà i brividi. Allora avrete trovato il posto che fa per voi.
Per quanto riguarda gli animali, ricordate sempre che più facile sarà trovarli, meno potente sarà ciò che proverete nel farlo. Non importa con quante foto tornerete a casa, quelle finiranno in qualche cassetto, nella memoria dei vostri computer. Le emozioni che vivrete invece, quelle che in pochi riescono a vivere, loro rimarranno dentro di voi per sempre.
Last modified: 6 novembre 2023