«Un viaggio di umanità profonda fra bambini e sorrisi, persone e foreste, canzoni e
mercati della frutta. Siamo stati accolti da una comunità che ci ha insegnato il tempo di vivere
gli altri e prendersene cura».
Sono le parole raccolte tra i ragazzi clesiani appena tornati dal viaggio a Pemba, in Africa (arcipelago di Zanzibar, Tanzania). È la concretizzazione del primo progetto giovanile nato dal gemellaggio tra il comune di Cles e quello di Chake-Chake nell’arcipelago di Zanzibar.
I rapporti tra i due comuni nascono dalla figura di Ivo de Carneri, parassitologo di fama mondiale,
originario di Cles, che ha studiato malattie infettive in ogni angolo più remoto del globo (nel 1988 a
Pemba). Nel ‘94 nasce l’omonima fondazione per continuare la sua missione sull’isola: lo studio della
schistosomiasi, una grave malattia che colpisce principalmente donne e bambini tramite il contatto con
acqua stagnante, chi per gioco chi per dovere. Grazie anche al lavoro del professor de Carneri, la
situazione ha raggiunto ottimi risultati: il prestigioso laboratorio costruito dalla fondazione, e anche
direttamente da volontari clesiani, che raccoglie ogni anno dottorandi e studiosi da tutto il mondo per
una capacità massima di 300 persone, oggi è diretto da Mohammed Ali Said che espone i dati in
estremo miglioramento: «Nel 2017 avevamo pensato di averla definitivamente combattuta, così non è
stato ma i numeri sono molto bassi e i casi gravi ormai rasentano lo zero. Siamo orgogliosi e motivati.»
Il progetto internazionale
Il recente viaggio è figlio di un progetto nato nel 2023 con alcune classi del liceo Russell di Cles: «L’idea
dell’amministrazione comunale, in stretta collaborazione con la psicologa di comunità Lorenza Dallago,
è stata quella di proporre come progetto di alternanza scuola-lavoro la redazione di un libretto
illustrativo riguardo al gemellaggio e all’operato della fondazione rivolto ai bambini della scuola primaria
– spiega Stella Menapace, assessora alle politiche sociali e giovanili del Comune di Cles -. Il risultato è
stato ottimo tanto che nello scorso anno scolastico è stata direttamente la scuola a chiederci la
prosecuzione di tale progetto e abbiamo pensato alla creazione di un elaborato simile ma rivolto a un
pubblico di giovani e adulti, più specifico e tecnico.
L’avanzamento ed aumento di interazioni di questi lavori ci ha motivato nel continuare creando, con il sostegno del Piano Giovani di Zona, il progetto di
conoscenza dell’Africa a cui hanno partecipato in totale 30 giovani con incontri su tutto l’arco dell’estate:
testimonianze come quelle di John Mpaliza attivista ed ingegnere congolese, l’Ong FArete che coordina
più di 50 organizzazioni trentine di solidarietà internazionale, la già citata Fondazione Ivo de Carneri e
moltissimi altri.
Tutto l’operato è stato poi indirizzato a portare 9 giovani nel viaggio vero e proprio; le
molteplici attività di autofinanziamento e il cospicuo contributo del Comune ha reso possibile un
sogno.»
L’esperienza del viaggio
«Il viaggio è stato di tipo conoscitivo, l’obiettivo non è mai stato quello di andare a Pemba per insegnare,
ma per conoscere. Il nostro compito è quello di scrivere e raccontare alla nostra comunità ciò che
abbiamo visto, sarà nostra premura spenderci il più possibile per rendere questa esperienza viva negli
occhi di tutti i clesiani e non solo. Stiamo organizzando per compiere al meglio il nostro mandato»: sono
i pensieri dei ragazzi che si sono buttati in questa avventura.
«A Pemba abbiamo trovato un modo di vivere completamente diverso, ciò che ci ha colpito maggiormente è il senso di “comunità-famiglia”, una fiducia nei confronti del prossimo, anche verso di noi estranei, che nella nostra società non c’è.
Laparola d’ordine è “Welcome!”, sempre e senza secondi fini a chiunque sia in arrivo e “Asante” (grazie)
come intercalare costante. Sarà un viaggio che ci resterà per sempre nel cuore. Eppure nonostante
tutto rimane un retrogusto amaro, una strana tristezza che aleggia nel contesto in cui vivono che non ci
sappiamo spiegare, forse il senso di responsabilità da occidentali che ci ricorda il passato o forse un
tarlo che ci apre gli occhi sul presente».
Le visite e i laboratori
«Il programma è stato fittissimo di visite di ogni tipo: laboratorio di ricerca, ospedale, scuole, progetti
agricoli nati dalla fondazione e incontri istituzionali» spiega il direttore della fondazione Michelangelo
Carozzi. acose semplici per puntare ad un risultato grande.»
«All’unanimità il consiglio comunale ha deciso di investire sui giovani, e questo viaggio è uno dei punti
cardine» racconta Carmen Noldin, presidente del Consiglio comunale di Cles. Si pensa già a una
prossima edizione.
info@fondazionedecarneri.it
Last modified: 11 novembre 2024